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Fantasticane - Il nuovo Metodo per Educare e Addestrare il cane

Le migliori strategie racchiuse in un Metodo per un cane educato, felice e obbediente.

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Educazione del cane

Labrador Retriever – è il cane giusto per te? Temperamento e caratteristiche

novembre 30, 2018 by Cinzia Signoretti 41 Comments

Il primo della classe

Se hai mai avuto al tuo fianco il nostro “primo della classe” avrai sicuramente già capito di che razza canina andremo a parlare:

…È un vulcano di energia, ma sa farti sentire un essere spregevole se non gli dai un bocconcino mentre ti guarda con quegli occhioni da eterno cucciolo;

…Giocherellone instancabile, lavoratore e molto sportivo, ama alla follia compiacere il proprio compagno umano;

…L’acqua è il suo elemento! Cosi come la sabbia con la quale, dopo una nuotata goduta fino allo sfinimento, si impana a mo’ di cotoletta alla milanese.

…E se ti dico carta igienica?

Ebbene sì, parliamo proprio di lui… il Labrador Retriever!

In questo articolo vedremo:

  • Qualche curiosità sulle sue caratteristiche e le sue origini
  • Per chi è adatto (e per chi non lo è)
  • Il labrador retriever da cucciolo: cosa devi sapere
  • Quali sono le malattie più comuni a cui va incontro questa razza (conoscerle ti aiuta a prevenirle)

 

Parliamo del Labrador Retriever

Ecco qualche informazione di base da conoscere:

 

CLASSIFICAZIONE FCI

Gruppo 8 Cani da riporto, cani da caccia da riporto in acqua.

Sezione 1 Cani da riporto Con prova di lavoro.

 

ALTEZZA E PESO

Ha una vita media che va dai 10 ai 14 anni, il peso nelle femmine va dai 25-32 kg, e nei maschi va dai 29 -32 kg, con un’altezza al garrese di 55-60 cm nelle femmine e 57 e 62 nei maschi.

 

MANTELLO

Il mantello è composto dal un pelo di copertura duro, fitto, liscio e corto, e da un sottopelo impermeabile.

Questo comporta una toelettatura abbastanza semplice ma non da sottovalutare, perché se non spazzolerai il tuo cane almeno due volte a settimana ti ritroverai la casa piena di ciuffi di pelo!

I colori ammessi sono il giallo (dal crema al rossiccio) il nero ed il cioccolato.

 

CODA

La coda svolge un’azione funzionale in quanto, nel nuoto, viene usata come un vero e proprio timone.

È una coda grossa, intensamente ricoperta di pelo fitto e corto, chiamata anche “coda di lontra”, ed il labrador la sfoggia allegramente, ma non deve essere arricciata.

 

CORPO

La sua struttura deve essere ben proporzionata ed armoniosa, ha una cassa toracica grande che conferisce al cane un aspetto anche rassicurante.

Qui vorrei aggiungere qualcosa che non va affatto trascurato!

Il Labrador deve seguire una dieta precisa. E’ tendenzialmente molto goloso, ma questo non vuol dire che gli si debba dare tutto ciò che è commestibile, in quanto, se poi ci aggiungiamo un’attività fisica poco idonea alla razza, ci ritroveremo con il classico Labrador “cicciotto” e goffo che vediamo purtroppo troppo spesso in giro.

Una mancata accortezza della sua forma fisica, può portare al cane gravi problemi di salute oltre che di fisionomia.

 

ORIGINI

Dal carattere disponibile, giocherellone e da un’intelligenza perspicace questa splendida razza è una delle più diffuse in tutto il mondo.

Il nome attuale LABRADOR RETRIEVER in realtà sostituisce quello che in passato era “CANE DI SAINT-JOHN”.

Il cane di saint-john era un cane da riporto in acqua, ora estinto, ed ha preso il suo nome proprio dalla capitale di un’isola canadese, l’isola di Terranova, che è vicina alla penisola del Labrador.

Da qui la geografia ha influito alla comparsa, e poi all’attuale denominazione definitiva del LABRADOR.

In verità della sua storia passata non abbiamo certezze, ma conosciamo invece molto bene la sua parte “inglese”.

Infatti il primo esemplare di Labrador, che divenne poi il padre di tutti i labrador, fu Buccleuch Avon, un maschio nero nato nel 1885 di proprietà di Lord Malmesbury.

In passato il labrador era solo di colore nero, infatti,  quelli color giallo e cioccolato erano classificati difettosi e soppressi sin alla nascita.

Ora ti chiederai, ma come è possibile?

Quando parliamo di Labrador subito ci passa nella mente l’immagine del suo bel pelo color miele!!

Banchory Bolo, un discendente di Avon, color chocolate, nato nel 1915, manifestò caratteristiche fisiche e caratteriali eccezionali e venne usato molto in riproduzione fino al riconoscimento di questo secondo colore (“liver” in inglese).

Nel 1916 dopo varie confusioni iniziali, nacque il primo Club di Razza e nuovi allevatori (come Lady Howe, con l’affisso “Banchory”, e Mrs Broadly con l’affisso “Sandylands”, il più famoso nella storia di questa razza) cominciarono a selezionarlo come Retriever.

Negli anni 20 poi arrivò finalmente il Club riservato ai labrador gialli, grazie a Mrs. Wormland titolare dell’affisso “Knight”che decise di non sopprimere più i labrador di questo colore e di farne uno standard di razza.

Il boom di questa razza avvenne negli anni 70-80, quando i giornali e gli spot pubblicitari mettevano in evidenza un cane buono con tutti, per niente pericoloso, adatto ai bambini e simpatico tenerone!

Ma ahimè, la moda in cinofilia è deleteria.

Questa grande quantità di richieste portò alla nascita di allevatori improvvisati, importazioni di cuccioli da chissà dove e quindi la perdita delle caratteristiche specifiche del Labrador.

Tutti dobbiamo ben aver a mente che una tendenza di razza è data da un’accurata selezione, e ripeterò allo sfinimento che la “TENDENZA DI RAZZA” (in questo caso parliamo della docilità e della sua adattabilità alla famiglia e ai bambini) non è una prerogativa innata del cane.

Mi spiego meglio:

Avere un cane, in questo caso specifico un Labrador, non significa infischiarsene dei suoi bisogni, della sua socializzazione e della sua educazione, perché ti ritroverai comunque con un cane di 30 kg che è un vulcano di energia!

 

TEMPERAMENTO E CARATTERISCHE

Il Labrador rappresenta la versatilità fatta cane.

La selezione accurata del suo carattere lo ha portato ad essere un eccellente cane da lavoro, un instancabile compagno di giochi, ed un paziente beniamino dei bambini.

Ha un’eccellente predisposizione all’addestramento, merito anche della voglia di compiacere il suo compagno umano, ed una capacità di adattamento altissima che lo ha portato a ricoprire i più svariati lavori.

Ottimo cane da pet therapy (disciplina molto faticosa e stressante per un cane, ne parleremo in un altro articolo), audace cane da soccorso di persone, in superficie, su macerie, ed in acqua, attento cane da guida e bravo anche negli sport cinofili o semplicemente fantastico compagno per tutta la famiglia.

Nonostante tutte queste ottime peculiarità dobbiamo SEMPRE farci delle domande:

  • “È il cane giusto per noi?”
  • “Siamo noi dei compagni giusti per lui?”

Il nostro “cane della carta igienica” NON È UN CANE ADATTO A TUTTI. (così come non lo è nessun cane!)

Dobbiamo SEMPRE ricordarci che il Labrador è comunque un retriever, quindi un cane da riporto.

Se dobbiamo pensare che il nostro cane deve avere come caratteristica l’indipendenza, allora non è il cane che fa per noi.

Dobbiamo dedicargli molto tempo, non gli basta di certo la passeggiata al guinzaglio e stare a fianco a noi nel divano, deve correre socializzare e fare tanta attività fisica.

Non ti preoccupare se nelle uscite vedrai il tuo cane correre come una furia e buttarsi in una pozza d’acqua, o rotolarsi nel fango!

Quindi, se acqua fango e schizzi non ti piacciono allontanati subito da questa scelta!

La sua educazione fin dai primi mesi che è in famiglia è fondamentale perché (e molti si dimenticano) è un cane che da adulto sarà massiccio e pesante e quindi risulterà molto più difficile gestire in casa, al guinzaglio, e in socializzazione un cane di 30 kg di pura energia (non educato).

Importantissimo, è la sua necessita di essere parte integrante della famiglia quindi lasciarlo solo spesso, o peggio, segregato fuori come un nano da giardino ti porterà non pochi problemi, oltre a non essere una scelta adatta, se si prende un cane.

La sua lontananza dalla casa o la prolungata solitudine può portare a questo cane enorme stress, che sboccerà in una distruzione totale degli oggetti che troverà a portata di muso, questo anche per eliminare la noia (quante volte ho detto che è un cane energico ed ha bisogno di attività fisica??).

Con lui la tua pazienza ed il tuo tempo da dedicargli sono VITALI.

Non farti quindi influenzare ed ingannare dagli occhi rotondi e dalla sua perenne positività, perché con lui devi essere sì giocoso ed affettuoso ma devi offrirgli un’educazione adeguata e coerente, ed essere anche coerente con l’attività, non pensare che quando cresce il labrador perda la vitalità di un cucciolo, ti sbagli di grosso!

 

PARLIAMO DEL CUCCIOLO

Dopo una premessa sulle caratteristiche di questa fantastica razza vorrei parlarti di alcune “dritte” che non sono assolutamente irrilevanti.

Dobbiamo ricordarci che il cucciolo, dopo un’accurata selezione di un allevamento che segua le linee caratteriali di razza che più ci aggradano (da lavoro, da guida, da compagnia…) entra in famiglia verso i 2 mesi e mezzo, e appena varcherà la soglia di casa dobbiamo essere consapevoli e pronti a seguire un buon corso di educazione.

Seguire una puppy class è un consiglio ottimo, in quanto già da piccolo il cane saprà relazionarsi con i propri simili e con le persone

Anche di soli 3 mesi il cucciolo di Labrador giocherà fino allo sfinimento e questo non deve accadere, anche il gioco va controllato, fai giocare il cucciolo con cani più o meno della stessa stazza ed età e fermali quando il gioco diventa irruento.

Importantissimo è anche evitare i salti e le scale, e cercategli di fargli fare meno movimento possibile, non “allenare” subito il tuo cucciolo di 3 mesi a lunghe uscite o fare tutte le scale del condominio!

Tutto ciò può comportare anche gravi problemi di salute ed avere effetti negativi sulla giusta crescita delle ossa e quindi della corporatura del cane (collasso da sforzo, problemi alle articolazioni).

 

MALATTIE PIU’ COMUNI

La buona lettura di un pedigree, un’ottima selezione di razza, e per ultimo ma non meno importante un’attenta e consapevole educazione e crescita del cane può portare ad evitare diverse malattie.

Le malattie più comuni di questa razza che bisogna tenere in considerazione sono:

LA MIOPATIA

Più comunemente chiamata “cold tail” è caratterizzata da una paralisi dei muscoli della coda e si manifesta con una mancata mobilità di quest’ultima.

La coda risulterà “floscia” ed inerme, come se fosse “morta”.

Le cause possono essere molteplici, viaggi molto lunghi in trasportino senza pause, bagni in acque fredde e mancata asciugatura della coda, sessioni di caccia o di lavoro prolungato.

Di solito la prognosi è buona, giusto riposo e anti-infiammatori.

 

LA DISPLASIA

Questa è una delle malattie più diffuse in questa razza.

È una malattia ereditaria quindi trasmessa di solito dai genitori ai figli. Ma anche una crescita troppo veloce dovuta a mangime troppo carico. Da traumi.

Esistono diverse forme di displasia, ma la più comune è quella dell’anca e del gomito.

Si verifica quando le articolazioni non si sviluppano in modo corretto portando così ad una conseguente usura della cartilagine e alla disfunzione degli arti (zoppia degli arti posteriori).

Per diagnosticarla è necessario che il cucciolo abbia almeno un anno e che il veterinario esperto pratichi al nostro cucciolone un’anestesia per rilassare i muscoli.

Esistono anche delle così dette “lastre preventive in HD” fatte prima che appaiano i sintomi, quindi fino ai 6-8 mesi ma non sono sicure come risposta.

C’è da dire anche che da un pedigree di tutto rispetto, quindi figli di campioni esenti da displasie, può comunque nascere un cucciolo che sarà poi effetto da questa malattia, questo perché i genitori possono comunque avere il gene ma influisce anche il fattore ambientale, quindi la modalità in cui cresciamo il nostro piccolo labrador, incide tantissimo.

Quindi ripeto, se non badiamo alla dieta del cane, se da cucciolo non stiamo attenti al peso, a fargli fare le scale al gioco o alle lunghe passeggiate ci ritroveremo a poter fare i conti con questa malattia che è dolorosa e anche molto dispendiosa!

 

TORSIONE GASTRICA:

La torsione gastrica, o GDV, è una malattia molto pericolosa che può portare anche alla morte se non riconosciuta e curata in tempo.

Lo stomaco si gonfia comprimendo tutti gli organi vicini e viene prodotto al suo interno un enorme quantità di aria/gas (dilatazione), seguita dalla torsione su sé stesso, dello stomaco (torsione).

Tutto ciò blocca il flusso gastrico, seguita da una diminuzione della gettata cardiaca, grave shock, necrosi dello stomaco ed infine la morte.

Quali sono i sintomi? Gli sforzi di vomito “a vuoto” del cane sono un campanello d’allarme!

Purtroppo questo sintomo viene spesso sottovalutato perché nel cane il vomito è un fenomeno abbastanza frequente però c’è da dire che in questo caso vedrai nel tuo animale come sintomo aggiuntivo una grande agitazione (che normalmente non si verifica con il normale vomito) ed un grosso gonfiore dell’addome.

Corriamo subito dl veterinario senza perdere nemmeno un  secondo, già quando vediamo questi sintomi, perché  non appena il cane comincerà a lamentarsi e noi vedremo il gonfiore addominale avremo veramente pochissimo tempo.
Altri sintomi sono l’estrema letargia e le gengive molto pallide.

E le cause? Qui purtroppo non c’è nulla di certo.

Però ci sono dei fattori scatenanti che sono, l’eccessiva assunzione di acqua, la voracità nell’ingurgitare grandi quantità di cibo (dividete il pasto giornaliero in 2-3 porzioni e, se necessario, usate le ciotole “anti ingozzamento”) e fare attività fisica subito dopo i pasti.

Se vi capita questo spiacevole episodio e voi ed il vostro veterinario avete agito bene ed in tempo il cane tornerà ad avere una vita normale, ma dovrete sempre monitorarlo e prendere precauzioni.

Per evitare delle recidive il vostro veterinario può fare una GASTROPESSI, l’ancoraggio dello stomaco alla parete addominale, consigliatissima perché se il vostro cane ha già avuto torsioni avrà quasi l’80 % di possibilità di una ricomparsa.

Ora sai tanto, anche se non tutto su questo “cane d’oro”, tu lettore/lettrice di Fantasticane ormai sai che la scelta di un cane non si basa solo sulla sua caratteristica fisica che più ci aggrada, ma anzi, e non smetterò mai di ripeterlo, su ciò che siamo e quello che vorremo da un nostro futuro rapporto con il cane.

Per avere un FANTASTICANE dobbiamo prima di tutto essere dei FANTASTICONDUTTORI!

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Cinzia Signoretti

Filed Under: Educazione del cane

Il tuo cane è spaventato da botti e fuochi d’artificio? Risolvi così

dicembre 24, 2017 by Cinzia Signoretti 24 Comments

 

Siamo di nuovo in periodo di festa, e come ogni anno per moltissimi cani si ripresenta il terrore dei fuochi artificiali.

Personalmente ricevo molte domande relative a questo, e ho pensato di scrivere un articolo dal momento che il problema è decisamente più grande di quanto siamo portati a pensare.

Infatti, la paura dei botti e dei fuochi d’artificio è una grossa fonte di ansia per un numero elevato di cani, addirittura sembra che il 40% dei cani soffra di questa fobia.

Una paura che, se spesso non ha grosse conseguenze (a parte lo spavento), purtroppo in alcuni casi può sfociare in situazioni ben peggiori, come il cane che trova il modo di scappare, crea danni e si ferisce nel tentativo.

E’ una storia che si ripete ogni fine anno.

Anche perché se il tuo cane ha paura dei fuochi d’artificio di fine anno, potrebbe allo stesso modo essere spaventato dai tuoni, e in generale dai rumori forti (botti durante feste paesane, etc).

In questo articolo quindi voglio darti alcune importanti indicazioni per prevenire (sarebbe meglio) o, se già presente, risolvere il problema.

 

Perché i cani hanno paura dei fuochi d’artificio?

La prima cosa che devi sapere, è che se il tuo cane ha paura dei botti, non è “fifone” e non ha assolutamente nulla che non va.

Considera che i cani hanno un udito 4 volte più sviluppato del nostro, sia per il “volume” che percepiscono (quindi sentono i botti molto più rumorosi) sia per frequenze che sono in grado di captare (quindi sentono anche una quantità più alta di rumori).

Se si tratta di fuochi d’artificio, il loro olfatto è in grado di sentire l’odore del fuoco, aggravando la sensazione di paura.

Oltre ovviamente a vedere i lampi dei fuochi.

Che succede quindi quando il cane prova l’esperienza dei botti di fine anno per la prima volta? Con ogni probabilità, proverà paura, stress e angoscia, sentimenti che poi memorizzerà e torneranno presenti anche in presenza di rumori più deboli.

Ecco perché un cane che ha attraversato una brutta esperienza con i fuochi d’artificio, molto probabilmente sarà spaventato anche da un banale temporale.

Agli occhi di un cane quindi, i fuochi d’artificio sono rumorosi, odorano di fuoco e visivamente sono spaventosi.

Dopotutto, prova a pensare a quando all’improvviso senti un botto forte: la tua reazione istantanea, che dura una frazione di secondo, è stress e paura. Immediatamente dopo, razionalizzi quanto successo e passa. Ecco, i cani non possiedono questa capacità di razionalizzare l’esperienza.

Perciò, la loro prima reazione è scappare o cercare un nascondiglio sicuro.

Ora che abbiamo un quadro della situazione, vediamo come comportarci per risolvere o ridurre al minimo il problema:

 

Per prima cosa… non peggioriamo il problema!

Come se i fuochi non fossero abbastanza spaventosi, ci sono un paio di cose che peggiorano il problema.

La prima è, purtroppo, avere in casa un secondo cane che ha paura. I cani non si tranquillizzano a vicenda ma, al contrario, si trasmettono la paura tra di loro.

Infatti mi capita spesso di parlare con proprietari di cani che in precedenza erano assolutamente tranquilli durante i fuochi, ma che poi hanno sviluppato la paura quando è stato adottato un secondo cane, e quest’ultimo era invece terrorizzato dai botti.

Un errore che invece non dovresti commettere tu, quando vedi il tuo cane in ansia, è di andare da lui preoccupato e iniziare a coccolarlo.

Ricorda: i cani sentono perfettamente le emozioni che provi. Se sei preoccupato per lui, non fai altro che aumentare il suo stress. Se lo accarezzi continuamente, stai rinforzando il suo comportamento, come se lo stessi premiando per avere paura.

Purtroppo non serve a nulla dire parole come “tranquillo” e “va tutto bene”. Il cane non ne comprende il significato, e in questo caso capisce l’opposto di quel che gli vuoi comunicare.

 

Se puoi prevenire, fallo così

Se hai un cucciolo, le cose si fanno più semplici.

Questo perché un cucciolo, trovandosi ancora nel periodo della socializzazione, ha la possibilità di apprendere che i fuochi d’artificio non sono pericolosi, e potrà vivere una vita molto più serena in queste situazioni in futuro.

Ovviamente bisogna allo stesso tempo evitare che si traumatizzi. Come fare quindi?

Cerca un video su youtube (tipo questo) dove vengano simulati vari rumori, tra cui i fuochi d’artificio, e comincia a farlo ascoltare al tuo cucciolo.

A questo punto gioca con lui, mentre nel frattempo aumenti gradatamente il volume del video.

Oltre a giocare, potresti usare dei premi in cibo e impegnarlo in degli esercizi che sai gli piacciono molto.

Perché è bene giocare? in questo modo, il cane assocerà una sensazione positiva al rumore dei fuochi.

Chiaramente, ci vuole del tempo. Questa pratica  di desensibilizzazione e controcondizionamento andrebbe cominciata qualche settimana o mese prima delle feste e ripetuta spesso, ma aiuterà il cane a eliminare fin da subito questo problema.

 

“E se non ho più un cucciolo?”

Non tutti hanno fatto questo lavoro quando il cane era ancora un cucciolo, e si ritrovano con un cane adulto che purtroppo soffre ancora il rumore dei botti.

Prima di tutto c’è da dire che se la situazione è grave, ovvero il tuo cane va in crisi di respirazione e ansima molto, dovrai rivolgerti al tuo veterinario per farti dare qualche prodotto che gli consenta di superare al meglio la situazione. E’ importante che tu ci pensi ben prima dell’evento, in quanto ci vuole del tempo prima che il trattamento faccia effetto.

Chiusa questa parentesi, se il tuo cane non presenta un comportamento così grave, ci sono diverse cose che puoi fare per attenuare il problema.

Qualche ora prima dei fuochi, porta fuori il tuo cane a passeggiare e giocare.

Fai in modo che si stanchi parecchio, in modo che successivamente sia meno propenso a concentrarsi sul rumore, e che la stanchezza e lo stimolo di dormire lo portino a rilassarsi più facilmente.

In seguito assicurati di chiudere finestre, porte e serrande, per evitare che i fuochi siano visibili.

A questo punto accendi luce e TV a volume alto, in modo da rendere il rumore dei botti molto meno percettibile.

Se hai cani in giardino o in un box, assicurati di chiuderli in casa o al sicuro in un posto in cui hai la sicurezza al 100% che non scappino.

Evita come la peste di legare il cane alla catena. Non dovresti farlo mai, ma in questo caso il rischio che si strozzi nel tentativo di scappare è molto concreto.

Prepara un “luogo sicuro” per il tuo cane in casa. Considera che un cane preferisce un luogo piccolo e riparato.

Dopo aver preparato al meglio l’ambiente, ci sono alcuni stratagemmi che riducono sensibilmente il problema e permetteranno al cane di stare molto più tranquillo in questi giorni.

Vediamone due che funzionano:

 

Il collarino D.A.P

Puoi usare il diffusore o collarino D.A.P., dove D.A.P. è la forma sintetica del feromone materno, ovvero l’ormone appagante che si trova nel latte della madre.

Questi ormoni sono proprio una delle vie con cui la madre comunica al cucciolo rilassamento e tranquillità.

Non è una pillola magica, ma sicuramente può essere un valido aiuto, senza alcun tipo di effetto collaterale.

La pettorina Thundershirt

L’altro accessorio è la pettorina Thundershirt anti ansia. In realtà più che una pettorina, è una maglia che esercita una pressione sul corpo in alcuni punti specifici, studiata in modo da infondere una sensazione di calma al cane. La puoi trovare cliccando qui.

 

Conclusione

In questo articolo abbiamo visto diversi consigli che puoi mettere in pratica per eliminare o quantomeno ridurre la paura di botti e fuochi d’artificio del tuo cane.

Certo, la paura non sempre è del tutto rimovibile, soprattutto se il tuo cane non è più un cucciolo (anche se molti cani, da anziani, si abituano e perdono la sensibilità al problema autonomamente).

Tuttavia, seguire queste piccole indicazioni può davvero fare la differenza su come il cane vivrà questo fine anno.

E soprattutto, se tutti i proprietari lo facessero, noi educatori sentiremmo meno storie di incidenti, cani scomparsi ed altri fatti (purtroppo) tipici di questi periodi.

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A presto
Cinzia Signoretti

 

Filed Under: Educazione del cane

L’isolamento sociale del cane: un problema da conoscere

dicembre 9, 2017 by Cinzia Signoretti Leave a Comment

Isolamento sociale

Avere tanto spazio a disposizione per correre e giocare è davvero il paradiso per il tuo cane?

Forse. In molti casi, no.

E’ vero, i cani hanno bisogno di muoversi, sfogarsi, fare attività fisica. E’ importante per la loro salute e per evitare lo stress, che può dar luogo a problemi comportamentali.

Ma se avere a disposizione molto spazio significa passare il tempo in solitudine, allora tutto cambia.

Purtroppo, questo capita più spesso di quanto pensiamo.

Siamo portati a credere che il nostro cane stia bene solo perché ha magari un grande giardino per far quello che vuole, e poi ci stupiamo quando lo troviamo fermo, vicino all’ingresso, ignorando completamente tutto quello spazio che noi consideravamo “il suo paradiso”.

Siccome i fatti contano più di mille teorie, te lo racconto con la storia di una signora che è venuta nel mio centro cinofilo, con un pastore tedesco di 3 anni di nome Kira.

I problemi che mi ha esposto sono comuni a tanti altri: il suo cane tira come un dannato durante le passeggiate, se prova a liberarlo scappa senza ascoltare il richiamo, e le ha letteralmente distrutto il giardino.

Questo grande giardino, doveva essere un “paradiso” per Kira, che poteva correre e giocare… secondo lei.

Ma le cose andavano diversamente: Kira passava le giornate appiccicato alla porta, cercando il suo proprietario, oppure scavando buche e distruggendo il giardino e trasformandolo in un campo di guerra.

Quando Simona è venuta al mio centro cinofilo e mi ha esposto il problema, mi sono venuti in mente tutti i poveri cani (e proprietari) che si trovano nella stessa situazione…

…e ho pensato a quanto starebbero meglio, e quanti problemi in meno avrebbero, se sapessero come comportarsi in queste occasioni.

Ma quindi, come abbiamo risolto?

Ecco 4 punti in particolare che devi tenere a mente anche tu se sei in una situazione simile:

  • Il pastore tedesco non è un cane da guardia ma un cane da pastore, e pertanto deve vivere in simbiosi con il suo proprietario. DEVI conoscere il tuo cane!
  • E’ importante inserire il cane in casa, in maniera graduale: 5 minuti in più al giorno fanno la differenza.
  • Il gioco: si gioca FUORI dal giardino, in posti diversi, portandosi magari delle palline.
  • I comandi: insegnare i comandi è importantissimo per tanti motivi. Si crea un rapporto decisamente migliore, il cane è soddisfatto perché fa qualcosa di divertente con noi, si sente parte della famiglia, e in questo modo il cane si stanca anche mentalmente.

Se metti in pratica anche solo questi consigli, vedrai che anche partendo da una situazione “tragica”, avrai ottimi risultati nel giro di qualche giorno.

 

L’isolamento sociale: cos’è e perché devi assolutamente evitarlo

Il grosso errore è pensare che dal momento che si ha spazio a disposizione, basta mettere una cuccia in giardino e il cane sarà felice.

Ora, mi rendo conto che spesso la situazione non è semplice. Molti lavorano e, chi più chi meno, tutti abbiamo impegni durante la giornata.

Il primo passo allora, sapendo anche quali sono le tue possibilità di essere presente in casa, è la scelta del cane.

Non puoi scegliere la razza del tuo prossimo cane per moda o (solo) per questioni estetiche, ma primariamente deve essere COMPATIBILE con il grado di attenzioni che sarai in grado di dargli.

Cosa intendo?

Che se sai già che passerai molto tempo fuori casa, o comunque lontano dal tuo cane, non puoi commettere lo stesso errore di Simona e scegliere un cane che ha bisogno di un contatto costante con il suo proprietario.

Ad esempio, un maremmano, un pastore del Caucaso, sono cani da guardia che sono stati selezionati per procurarsi da mangiare da soli e vivere da soli con le pecore, e quindi creerebbero molti meno problemi da questo punto di vista.

Tuttavia, sono razze che presentano altre controindicazioni che bisogna conoscere ed essere in grado di gestire, questa volta dal punto di vista della sicurezza.

Quindi la regola numero 1 che non puoi dimenticare è scegliere un cane che sia davvero compatibile con la tua situazione e il tuo stile di vita attuale.

Ma, al di là di queste poche razze in grado di gestire meglio la solitudine…

 

L’isolamento sociale è il torto più grosso che tu possa fare al tuo cane

Non stiamo parlando di problemini secondari, che non si vedono.

Solo perché se ne parla troppo poco, e non vengono presi in considerazione fin dall’inizio (e spesso si è mal consigliati nel momento dell’adozione), non significa che siano meno importanti.

Al contrario, l’isolamento sociale compromette indirettamente anche l’educazione del cane.

Quante volte ho percepito, anche se non mi è stato detto direttamente, sentendo parlare chi ha frequentato il mio centro cinofilo, pensieri del tipo “Eh lo so che dovrei portarlo fuori, ma tanto ha il giardino, intanto può correre lì…”.

E intanto, non socializza con gli altri cani. Non socializza con le persone. Non impara i comandi.

Sì, magari ci si gioca un po’, quando si hanno 5 minuti, ma questo non è sufficiente.

Il cane deve almeno uscire dal giardino una volta al giorno, avere la possibilità di annusare e socializzare con cani e persone.

Infatti, dopo aver dedicato più di 10 anni a questo lavoro e aver visto decine (o forse centinaia) di situazioni del genere, mi sento di dire che…

Forse sono più fortunati i cani che stanno appartamento!

Magari prima di leggere questo articolo, questa frase ti sarebbe suonata strana. Però adesso, comincia a prendere senso.

Se un cane vive in appartamento, i proprietari sono costretti a portali fuori per fare i bisogni, e dividendo costantemente gli stessi ambienti si instaura un rapporto molto forte.

 

Isolamento sociale: c’è anche di peggio?

L’isolamento sociale non è diverso dal maltrattamento.

Se il maltrattamento è provoca danni fisici ed è visibile, l’isolamento sociale provoca stress, che può degenerare in episodi di aggressività e automutilazione (come ti racconto tra poche righe).

C’è di peggio rispetto a quello che abbiamo detto finora, ed è isolare il cane in uno spazio ristretto come un terrazzo, un box… o ancora peggio tenerlo legato ad una catena in giardino.

Un altro caso che mi è capitato, abbastanza eclatante, è stato con un Kurzhhaar di nome Maya, con il suo proprietario che si chiama Enzo (nome di fantastia per la privacy).

Enzo voleva entrare a fare parte della mia squadra Unità Cinofile da Soccorso Angels con la Protezione Civile.

Appena ho visto il cane, ho capito che aveva qualche problema perché gli mancava il pelo su alcuni punti delle dita delle zampe e delle mancanze di pelo sulla schiena ai lati.

Ho subito dedotto che questo cane stesse in un box. Me l’ha confermato, precisando che il box non si trovasse nemmeno nelle vicinanze della casa.

Ho quindi ribadito che prima di fare attività sportiva doveva cambiare alcune regole di gestione.

Per prima cosa, abbiamo cambiato il tipo di crocchette, che erano di bassa qualità e di certo non andavano a garantire la salute del cane.

E ancora più importante, abbiamo spostato il box praticamente sotto casa, in modo che Enzo potesse andare a trovare il suo cane più volte durante il giorno.

Oggi Enzo e Maya hanno un rapporto fantastico, ma sopratutto il cane ha un pelo perfetto e non si ferisce più, perché la causa (eccessivo stress per via dell’isolamento e della lontananza) è stata eliminata.

Oggi seguono un percorso per cane da Soccorso e fa Canicross (una disciplina sportiva), ma soprattutto passano molto più tempo insieme (la porta anche in vacanza).

Conclusione

Spero che il messaggio sia arrivato e, se hai letto l’articolo e sei in una situazione simile a quella di Simona o Enzo, tu possa fare qualcosa per riavvicinare il tuo cane.

Se invece sei lontano da una situazione simile, penso che sia importante comunque diffondere il messaggio per fare in modo che questo problema invisibile, l’isolamento sociale, venga capito e riconosciuto da più proprietari possibile.

Ricorda, al tuo cane non servono a nulla due ettari di terreno, se tu non ci sei.

Se pensi pensa essere utile, condividi questo articolo su Facebook con il pulsante blu qui sotto.

A presto!

Cinzia Signoretti
Educatrice Cinofila Certificata
Creatrice di Fantasticane

Filed Under: Educazione del cane

Il tuo cane è il tuo riflesso

novembre 30, 2017 by Cinzia Signoretti 10 Comments

 

Perché il mio cane si innervosisce quando usciamo?

Perché non riesco a farlo stare tranquillo?

A volte, quello che ci separa dall’avere un cane sereno ed educato in ogni momento, non sono complicate tecniche di educazione.

Ti capita mai di pensare: “Ho già un rapporto splendido con lui, ma se solo fosse più tranquillo in certe situazioni…”?

Se la risposta è sì, in questo articolo voglio darti una risposta a cui sono arrivata dopo anni di lavoro con i cani, analizzando come i proprietari si rivolgono a loro.

Infatti, stavolta si tratta di una conclusione che mi è apparsa chiara osservando NON il comportamento dei cani… ma quello  dei loro proprietari!

Di cosa si tratta?

Prima di tutto, dobbiamo capire che il cane rispecchia quello che siamo e le sensazioni che proviamo.

Ovvero, che i nostri stati d’animo come felicità, ma anche ansia e stress, non rimangono dentro di noi ma vengono trasferiti, senza che ce ne accorgiamo, al nostro cane.

Ma come avviene ciò?

Te lo sto per mostrare.

 

E voglio farlo, prima di tutto, raccontandoti una breve storia

Un aneddoto che mi è capitato qualche mese fa, al mio centro cinofilo a Pesaro.

Ricordo perfettamente Flavio, proprietario di un Golden Retriever di 2 anni, arrivare al mio campo e lamentarsi di come il suo cane (René) fosse totalmente diverso dagli altri cani da lui avuti in passato.

René non lo ascoltava, tirava al guinzaglio, era sempre agitato. Flavio mi spiegava che non aveva moltissimo tempo da dedicargli e che si aspettava lo ascoltasse di più.

Ma non era il tempo il problema.

Infatti mentre mi parlava del suo cane, era evidente il suo nervosismo, un misto di sentimenti negativi.

Ora, quello che è successo a Flavio è comprensibile. Quando non si sa come educare il proprio cane, e questo reagisce non ascoltandoci, a lungo andare non è semplice avere sempre pazienza.

Magari è successo anche a te, e non è una tua colpa.

Tuttavia questo ti porta ad avere un atteggiamento costantemente negativo con il tuo cane, senza via d’uscita.

Mi spiego. Quando provi a educarlo, a passeggiare con lui…. se sei nervoso, il tuo cane lo recepisce immediatamente.

Quando pensi “Il mio cane non mi ascolta, è testardo”, a lui arrivano direttamente le tue emozioni negative.

I cani non parlano, non capiscono la tua lingua, ma sanno perfettamente leggere le tue emozioni, e nel momento in cui sei stressato, stai infondendo in lui la stessa sensazione.

Per questo dico che il cane è il tuo riflesso.

E oggi ti chiedo di fare esattamente quello che ho detto a Flavio: quando andate a passeggio, lascia a casa tutti i tuoi problemi. Inizia a passare il tempo diversamente, divertendoti con lui, con un atteggiamento tranquillo.

3 giorni dopo il nostro incontro, mi chiama Flavio.

“René sembra un altro cane. All’inizio c’ero rimasto un po’ male, ma avevo capito cosa mi volessi dire. E da quando ho iniziato a capire fin dove può arrivare la sensibilità del mio cane, tutto è cambiato. Non è più il cane agitato e isterico di prima”.

Da quei giorni sono passati 5 mesi, e Flavio e René formano una perfetta coppia proprietario-cane, in totale serenità.

 

“Ricordati sempre l’importanza del tuo stato d’animo, ricordati quanto influisce sul comportamento del tuo cane, sulla sua educazione e sul suo benessere.”

 

 

Ora, al di là della storia che sicuramente è da prendere come esempio, mi rendo conto che quanto abbiamo detto non è sempre facile da mettere in pratica.

Soprattutto se le persone che vivono con te non ti appoggiano.

La parola d’ordine, in questo caso, è Coerenza.

Coerenza tra tutti i componenti della famiglia, che devono adottare le stesse linee guida. Se non seguite tutti le stesse regole con il cane, lui si sentirà disorientato e non capirà più cos’è giusto.

Se qualcuno si innervosisce facilmente, non farà altro che trasferire la negatività sul cane.

Quindi mi rendo conto che in queste situazioni non è facile educare il cane, ma c’è una soluzione.

E la soluzione è rendere partecipi tutti i componenti della famiglia delle regole base da seguire, di come va gestito il cane, di come bisogna rapportarsi con lui, di cosa gli è permesso o non è permesso fare.

Devi avere chiarezza sulla gestione quotidiana del tuo cane, in modo che tu e chiunque viva con te sappiate come agire in ogni situazione.

Una guida per ottenere questo risultato è il Percorso Fantasticane, che consiglio sempre far seguire a tutte le persone che vivono sotto lo stesso tetto.

 

“Quindi: Coerenza e Cooperazione.”

 

Purtroppo, molte persone non si rendono conto di quanto sia importante interagire con il cane con uno stato d’animo positivo.

Te lo dico schietta: se un giorno hai un problema che non riesci a toglierti dalla testa, che ti rende negativo e ansioso, piuttosto NON passare del tempo ad educare il tuo cane. Aspetta invece che tu ti senta meglio.

Questo perché il cane assorbe ogni tuo stato d’animo, sente quando sei arrabbiato, ansioso, e sicuramente non vuoi che lui associ il gioco o l’educazione con qualcosa di negativo.

Ma allo stesso modo, quando sei tranquillo e rilassato, il tuo cane rispecchierà il tuo stato d’animo in positivo.

Sarà più disinvolto nelle passeggiate, meno distratto da qualunque cosa gli passi davanti, meno nervoso riguardo a ciò che sta succedendo intorno a voi due.

Al contrario, sarà più interessato a te. Si girerà per guardarti, ti ascolterà quando lo chiami, e la tua presenza sarà più interessante per lui delle distrazioni esterne.

Certo, se ci sono problemi comportamentali, quelli permarranno e devono essere risolti in altro modo – ho creato articoli e video gratuiti per questo – ma d’altra parte, devi avere chiaro questo concetto per partire con il piede giusto, ogni giorno, evitando di creare problemi più gravi nel tempo, e assicurarti che questa regola sia seguita da ogni membro della famiglia.

 

Quindi, per concludere:

  1. Atteggiamento positivo, sempre e comunque;
  2. Cooperazione e Coerenza in famiglia, nella gestione del cane, seguendo i consigli di Fantasticane.

Ripeti questo ogni giorno, e sarai sorpreso degli enormi benefici che otterrai in termini di tranquillità e obbedienza da parte del tuo cane.

Se ti sei mai chiesto come mai quando sei arrabbiato fai fatica a rapportarti con il tuo cane, mentre quando sei felice e propenso a fare qualcosa con lui, tutto fluisce in maniera veloce e semplice… beh ora lo sai!

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A presto

Cinzia Signoretti
Educatrice Cinofila Certificata
Creatrice di Fantasticane

Filed Under: Educazione del cane

Come puoi creare una perfetta sintonia con il tuo cane per poterti fidare che non scappi nonostante le 1000 distrazioni che ha intorno

ottobre 25, 2017 by Cinzia Signoretti 76 Comments

Come è possibile che alcune persone sembrano in perfetta sintonia con il proprio cane, che appare sempre tranquillo con loro nonostante quello che succede intorno…

…mentre altre si mettono le mani nei capelli perché il cane smette di ascoltarle non appena si distrae?

Questa è una mia foto con Lycan che ho scattato qualche mese fa:

 

In quell’occasione siamo andati in un bosco dove giriamo spesso per giocare insieme.

E ogni santa volta, incontriamo (in ordine sparso):

  • Altri animali
  • Altri cani
  • Persone
  • Biciclette
  • E una montagna di altre potenziali distrazioni

Eppure, nonostante la presenza di tutte queste fonti di distrazione, ho SEMPRE la sicurezza di poter contare su di lui appena lo richiamo, e so per certo che non si metterebbe a correre dietro a gatti, scoiattoli e altri animali anche se passassero di continuo.

Tutto questo:

  • Senza che lo debba intimorire;
  • Senza iniziare a urlare;
  • Senza utilizzare alcun metodo basato sulla punizione o coercitivo.

Puoi dire lo stesso del tuo cane? Se la risposta è no, seguimi perché in questo articolo vedremo un semplice ma efficace metodo che uso SEMPRE con i miei cani e con quelli dei miei clienti per fare delle passeggiate in completa tranquillità, fin dalle prime uscite.

Come’è possibile?

Certo, il mio cane ora è perfettamente educato. Mi rendo conto che mi trovo in una situazione molto diversa da quella di molte altre persone, costrette a sgolarsi per farsi ascoltare.

Ma risultati molto molto simili mi capita di ottenerli dopo una manciata di lezioni con un nuovo proprietario, e quindi un nuovo cane.

Quindi, hai ragione nel pensare “Eh però il tuo cane è molto educato di base”, ma non è altrettanto vero credere che questo sia un risultato impossibile da ottenere se non hai mai iniziato un vero percorso di educazione con il tuo cane.

O te lo dico in altri termini: con i giusti metodi puoi ottenere risultati straordinari con il tuo cane per quanto riguarda la sua obbedienza, anche se pensi sia costantemente distratto, anche se è già adulto, e anche se pensi sia un caso disperato.

 

E in questo articolo voglio dare alcune importanti indicazioni su come puoi ottenere lo stesso anche tu, con un breve aneddoto.

Mentre ti scrivo questo articolo, mi sto preparando per il mondiale di Canicross che si terrà in Polonia il prossimo mese.

In particolare sono stata selezionata per entrare in Nazionale per la disciplina del Bikejoring, uno sport dove il proprietario, in bicicletta, gareggia insieme al suo amico a 4 zampe (nel mio caso ho gareggiato durante le gare di selezione con il mio Lycan).

Questo sport è una passione che coltivo parallelamente alla mia attività di educatrice cinofila e, come vedrai tra poco, tra i due c’è un forte punto di contatto.

Ovvero, uno dei miei “assi nella manica” che mi ha permesso di entrare a far parte della Nazionale e gareggiare ai prossimi Mondiali di Bikejoring, è anche un’abilità che ho sviluppato durante più di 10 anni di lavoro nel mio centro cinofilo e che metto in pratica ogni volta che mi trovo a gestire un nuovo cane, qualsiasi sia la sua problematica.

Il segreto sta nel creare, e mantenere, una sorta di “connessione” con il tuo cane.

 

Il “Potere della Connessione”

Cosa intendo esattamente?

Aspetta, fammi fare una precisazione. Non sto parlando di formule magiche, telepatia o cose del genere.

Niente di così astratto. Al contrario, la Connessione per come la intendo io è un tipo di legame assolutamente comprovato che avviene tra il proprietario e il proprio cane.

Ed è incredibile come più andando avanti nel tempo, più scopriamo nuovi segreti riguardo i nostri amici cani o animali in genere, che prima sembravano essere cose da fantascienza!

Ti è ai capitato di passare del tempo con il tuo cane, poi per qualche fattore ti distrai (tv, telefono, ti chiamano etc.) e il tuo cane cerca di richiamare la tua attenzione?

Il motivo è semplice: magari non ci hai fatto caso ma attraverso la Connessione, il tuo cane stava buono. Quando la connessione veniva a mancare, iniziavano i problemi!

Quando sei fuori, all’aperto, questo fa davvero una grossa differenza e ti aiuta a prevenire una serie di problemi:

NON scappa appena lo liberi dal guinzaglio

NON si ferma ad annusare ogni 2 metri

NON si distrae per ogni minima cosa che passa

Questo ovviamente non lo si ottiene dall’oggi al domani. Ci vuole impegno e un po’ di pazienza, come con tutti i risultati con il nostro amico a 4 zampe.

Ma vedo commettere una grossa serie di errori. Padroni che escono con il proprio cane “perché devono”, cercano di far passare il tempo parlando al telefono, richiamano il cane solo quando sta facendo qualcosa di sbagliato.

Vediamo allora 3 passaggi che devi compiere ogni volta che sei con il tuo cane per creare questa connessione:

 

Praticare la Connessione

E’ un lavoro di una vita, che per molto tempo ho fatto inconsciamente. Mi rendo conto però che per spiegarlo in modo efficace, devo riuscire a descriverlo dall’esterno. La schematizzo in 3 punti:

1. Porta i giochi con te

Quando esci con il tuo cane, ricordati di portare con te dei giochi. Molte persone non lo hanno proprio come abitudine, si dimenticano costantemente e mi dicono “Eh gli lancio quello che trovo in giro, pezzi di legno, sassi…”.

Tutti oggetti pericolosi.

Al contrario, prendi come abitudine quella di portare sempre uno zaino con te con delle palline e/o una treccia, da usare SOLO quando giocate insieme! Infatti un altro errore è lasciare sempre i giochi a disposizione sul pavimento.

Il gioco dev’essere un momento speciale (ma non per questo raro), e il tuo cane deve avere attivamente voglia di giocare appena ti vede estrarre quelle cose dallo zaino.Se li avesse costantemente a disposizione, si annoierebbe presto. Approfitta sempre del gioco per costruire e mantenere un ottimo rapporto con lui.

 

2. Una volta fuori, previeni le distrazioni

Per evitare che il cane si distragga, comincia a lasciar perdere le TUE distrazioni!

Quando vado al parco con Lycan vedo che la maggior parte dei proprietari si disinteressano totalmente del proprio cane, si siedono su una panchina e tirano fuori lo smartphone.

Per poi sgolarsi se il cane si allontana troppo, inizia a seguire tracce e in generale, fa quello che è NORMALE per la natura di un cane!

Dopotutto, tutte queste sue azioni sono dettate dalla NOIA. Dal fatto che noi non lo calcoliamo, che non gli diamo attenzioni, che non creiamo connessione.

Inizia quindi a pensare le uscite del tuo cane come un’attività, un impegno che porti a termine attivamente, e non più come 30 minuti da riempire in qualche modo.

Questo non significa che non puoi distrarti, rispondere al telefono o fermarti a parlare con qualcuno. Il tuo cane deve ovviamente essere educato a comportarsi bene in OGNI situazione (le istruzioni per fare ciò, le trovi in Fantasticane).

Ma soprattutto inizialmente, quando ancora devi stabilire il giusto rapporto con lui, cerca di usare quante più energie e attenzione possibili in quella direzione.

 

3. Crea la connessione.

Infine, crea la connessione.

Devi cambiare il modo in cui intendi le passeggiate con il tuo amico.

Significa che devi uscire con lui con la voglia di divertirvi insieme, in modo che ogni cosa facciamo sia proficua per entrambi ed abbia un grosso peso sul rapporto con il tuo amico.

Il cane lo percepisce!

Se stiamo facendo altro, ci “scolleghiamo”. E il cane inizia ad annusare in giro, seguire uno scoiattolo, distrarsi per le biciclette che passano.

E quando poi vogliamo che ci ascolti, sarà un bel problema perché sarà ormai abituato a distrarsi con quello che trova.

E se quando lo richiami è sempre e solo per sgridarlo, sarà ben poco motivato a venirti incontro.

Quindi essere connessi vuol dire essere presenti con la mente, aver voglia di giocare con lui, di premiarlo quando fa qualcosa di positivo.

Stessa cosa quando gli insegni un comando: se sei distratto, arrabbiato, stanco o non hai voglia, meglio che rimandi a un altro momento. I cani percepiscono queste “vibrazioni negative” e ne risentirà tutto il lavoro.

Quando esco con il mio Lycan, ho sempre con me 2 palline e premietti. Lui sa che quando arriviamo in uno spiazzo libero si gioca. Se squilla il telefono e rispondo non succede nulla, è perfettamente educato.

Ma se continuo a non dargli attenzioni e non assecondo la sua voglia di giocare, cosa fa? Mi gira intorno, aspetta, e infine cerca un’alternativa.

Questo va a discapito del rapporto. Se esci con il tuo cane solo perché devi, senza alcun interesse, tutto il resto sarà più interessante. Una pista, una pipì, un altro cane.

Andare in un posto con mille distrazioni e liberare il cane, è un buon test per capire se gli hai dedicato il tempo giusto e nel modo giusto in passato. Se il cane rimane vicino a te e aspetta di fare qualcosa, hai fatto un buon lavoro.

Ogni rapporto ha bisogno di condivisione e il tuo cane non è differente: non aspetta altro che condividere quel tempo con te, perché per lui tu sei un idolo, perché con fa degli esercizi, si sente premiato e si sente speciale.

Quindi parola d’ordine: connessione.

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3 errori che forse stai commettendo nell’educazione del tuo cane

agosto 4, 2017 by Cinzia Signoretti 91 Comments

In questo articolo vediamo 3 errori “nascosti” che commette chi educa il proprio cane senza conoscere i fondamentali della psicologia canina.

Non stiamo quindi parlando di cattivi comportamenti da parte di proprietari che “se ne fregano” del proprio amico.

Al contrario, spesso vedo commettere questi errori da brave persone, che però pensano che l’educazione del cane sia una cosa istintiva e che non abbiano bisogno di studiare.

Vedo infatti ogni giorno persone in buona fede che amano il proprio cane, ma che purtroppo stanno sbagliando completamente il modo di rapportarsi con lui.

A volte vedo frasi con questo tono sotto i miei post:

“Il cane non deve essere ubbidiente, bisogna lasciarlo libero e instaurare un rapporto di amore”

Magari frasi “belle”, ma totalmente prive di senso, e pericolose una volta che il cane avrà sviluppato gravi problemi comportamentali a causa di queste.

I cani non sono persone e per capirli non basta l’istinto. Serve conoscerli e soprattutto, entrare nell’ottica che siamo NOI quelli che si devono educare per poter comprendere appieno quello che il nostro cane vuole dirci.

Un’abilità decisamente NON instintiva.

Molti non sanno cosa siano i calming signals (segnali calmanti), o utilizzano i premi in modo errato, o sono costantemente “reattivi” nell’educazione del proprio cane. E queste sono tutte gravi lacune da colmare se vogliamo un cane felice e ubbidiente.

Non sono certo gli unici errori commessi “in buona fede”, ma sono tra i più importanti.

Andiamo a vederli:

 

Errore #1 – Non parli il linguaggio del tuo cane

Segnali Calmanti

Tutti sappiamo che i cani non sono animali solitari, ma vivono in branco proprio come le scimmie, i cavalli… e le persone.

Una carattestica comune di questi animali è che hanno sviluppato, nel corso dell’evoluzione, dei sistemi per comunicare tra di loro.

E anche i cani hanno una propria “lingua”, un insieme di segnali che si scambiano in continuazione, principalmente per un motivo: per evitare inutili aggressioni e mantenere rapporti pacifisti con gli altri membri del gruppo.

E perché questo deve interessarci particolarmente?

Perché utilizzano gli stessi segnali in maniera identica anche con noi umani.

Ovviamente, un cane non si rende conto che parliamo una lingua diversa e che non abbiamo nessuna possibilità di comprenderli istintivamente. Quindi spesso si trovano a mandarci dei segnali senza che noi ce ne accorgiamo.

Ora, non puoi insegnare al tuo cane una lingua umana. Ma puoi imparare a parlare la sua lingua e almeno, a decifrare quello che sta cercando di comunicarti in alcune situazioni.

Questi segnali che i cani inviano si chiamano segnali calmanti o segnali di calma (o calming signals), e come dice il nome, hanno la funzione primaria di… “calmare” l’individuo con cui stanno comunicando.

Perché come abbiamo detto prima, la funzione della loro lingua è evitare un aggressione o uno scontro e risolverlo in maniera pacifica.

Questo però apre un grosso problema per noi.

Se qualche segnale è ovvio e facilmente comprensibile da tutti, altri lo sono molto meno. Con conseguenze a volte disastrose.

Infatti parliamo di segnali che il cane manda quando è in qualche modo stressato.

Come dicevo, hanno una funzione di pacificazione, quindi non ce ne sarebbe bisogno se non si sentisse minimamente minacciato.

Cosa succede quindi quando falliamo nel tentativo di decifrarli?

Il tuo cane ti manda segnali sotto stress > tu non lo stai capendo > reagisci in un modo che lo rende ancora più stressato e confuso.

Non è raro che un cane mostri segni di aggressività DOPO aver inviato continui segnali calmanti non recepiti dal proprietario.

Aggressività che quindi non è partita all’improvviso da cane, ma è stata una conseguenza della mancata identificazione dei segnali calmanti.

Vista l’importanza dell’argomento, a breve qui sul mondo Fantasticane arriveranno novità proprio sui segnali calmanti o calming signals. Resta sintonizzato!

Intanto, passiamo all’errore numero 2:

 

Errore #2 – Non stai premiando correttamente il tuo cane

Premiare il cane

 

Utilizzare i premi è una di quelle abilità che molti sottovalutano e finiscono con il commettere grossi errori.

Alcune persone criticano l’utilizzo dei premi affermando che “il cane esegue il comando solo perché c’è il premio”.

Questo è vero SOLO se non stai premiando il tuo cane nel modo corretto.

Sembra facile dire “premia il tuo cane quando fa qualcosa di buono”, in realtà ci sono dei passaggi specifici da seguire per fare in modo che il premio serva effettivamente a insegnare qualcosa al tuo cane.

Guida Rapida per utilizzare correttamente i premi

Per semplificare, si lavora con i premi su due livelli:

Il primo livello è lo Stimolo – Il cane vede il premio e fa l’azione desiderata. Si utilizza all’inizio, quando stiamo insegnando qualcosa di nuovo.

Esempio: metti il premio sul naso del cane che si siede.

Il secondo livello è il Rinforzo positivo – Il cane fa l’azione desiderata e dopo ottiene il premio. Si passa a questo livello quando il cane sta imparando il nuovo comando.

Esempio: dai il comando seduto, il cane si siede e lo premi.

Banale no?

Eppure anche in questo caso, c’è qualche errore piuttosto comune a cui devi stare attento. Vediamoli:

  • Non rispettare la tempistica. Il premio va dato subito dopo. non ha senso dare il premio dopo 30 secondi.
  • Capire quando il cane NON va premiato. Se il cane si siede da solo, NON gli devi dare il premio!
  • Mai fregare il cane, gli fai vedere il premio e poi non lo fai. Lo confondi solamente.

Fai bene il tuo lavoro, e quando sei al livello del Rinforzo positivo, la premiata diventa random. Non lo premi ogni volta, ma magari la prima volta sì, la seconda no e la terza no, la quarta sì e così via. E pian pian potrai togliere il premio.

I cani che fanno gare di agility, obedience, non prendono i premi. Ma è secondo questo processo che ti ho appena descritto che imparano!

Un altro appunto sui premi.

Fino ad adesso abbiamo parlato di premi riferendoci a piccoli bocconcini molto gustosi. Il cibo è sicuramente uno strumento di rinforzo positivo molto efficace. Ma non è l’unico e potrebbe non essere il migliore per il tuo cane.

Anche da questo punto di vista, i cani non sono tutti uguali e rispondono in modo diverso ai premi.

Se alcuni adorano il cibo, altri preferiscono essere coccolati, altri ancora si eccitano di più giocando con un tiramolla e così via.

Uno dei metodi più efficaci per imparare a premiare il tuo cane in modo corretto, così da consentirgli di imparare nuovi “comandi” più velocemente, è metodo del Quadrifoglio che ti descrivo all’interno di Fantasticane.

 

Errore #3 – Reagisci invece di anticipare

Educazione proattiva

Tra gli errori visti finora, questo è sicuramente quello più difficile e che necessita di più tempo per essere evitato.

Prima di tutto però capiamo cosa significa “reagire piuttosto che anticipare”.

Chi si approccia la prima volta all’educazione del cane, tende a essere reattivo. Ovvero il cane fa un’azione sbagliata, e reagisce sgridandolo.

L’approccio corretto invece è ANTICIPARE quel comportamento.

Pensa a una partita a scacchi. I principianti aspettano la mossa dell’avversario e reagiscono di conseguenza.

Gli esperti invece pensano a pianificare la propria mossa.

Infatti se ti limiti a reagire ai cattivi comportamenti del tuo cane, perdi l’opportunità di insegnare.

Piuttosto, fai pratica su questo aspetto: anticipa la sue reazioni!

Se fin qui ti sembra complicato o difficile da mettere in pratica, ti lascio un paio di esempi:

Esempio 1 ( Il caso di una mia lettrice (D.) )

D. – Quando lo porto in passeggiata e vede qualche altro cane si irrigidisce, si abbassa e poi si lancia in avanti come se volesse attaccare, ma quando riesco a farlo avvicinare all’altro cane si calma.

Cinzia – In questo caso è importante che tu capisca cosa sta per fare, PRIMA che lo faccia. Essere reattivi non va bene quando si educa un cane.

Comincia a distrarlo appena vede un altro cane.

Lo anticipi, e lo premi quando ti ascolta. In questo modo capisce che tu sei più importante rispetto all’altro cane.

Esempio 2.

Se il tuo cane abbaia troppo e stai cercando di risolvere, invece di aspettare che abbai, prendilo prima che decida di farlo e distrailo con un altro comportamento più accettabile.

Ovviamente devi conoscere lo stimolo che porta il tuo cane ad abbaiare freneticamente. E lo stimolo deve essere ridefinito come una “cosa buona” nella testa del cane (se non può essere eliminato, ovviamente).

Fare questo richiede del tempo, ma ti trasforma in un educatore molto più efficace!

Il primo passo per iniziare al meglio, è guardare le video lezioni gratuite che ho messo a disposizione per te:

 

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Cinzia Signoretti

Educatrice Cinofila Certificata

Creatrice di Fantasticane

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Filed Under: Educazione del cane Tagged With: calming signals, linguaggio del cane, premi, segnali calmanti

I 10 Miti più diffusi sull’educazione e l’addestramento del cane

luglio 26, 2017 by Cinzia Signoretti 61 Comments

Educazione del cane

L’educazione e l’addestramento del cane sono materie affascinanti.

In questi 11 anni che ho trascorso ad aiutare proprietari di cani ad instaurare un rapporto di fiducia con il proprio amico a quattro zampe, ho avuto la possibilità di imbattermi in una serie di situazioni molto diverse tra loro.

Cani di diverse età, razze e problemi comportamentali da un lato, proprietari in diverse situazioni (con o senza bambini, giardino, tempo a disposizione etc.) e con diversi gradi di “sensibilità” dall’altro.

In ogni caso, venivano da me perché avevano una sincera motivazione a rapportarsi meglio con il proprio cane.

Molto di questo succede grazie al fatto che negli ultimi anni qualcosa si sta muovendo e sempre più persone stanno capendo l’importanza di imparare a comunicare con il proprio cane, al fine di educarlo nel modo corretto ed evitare tutta una serie di problemi che possono nascere in futuro.

Tuttavia, nonostante le persone siano oggi più sensibili all’argomento… continuano ad esserci tutta una serie di miti e leggende che ruotano intorno al tema educazione ed addestramento del cane.

Alcuni sono delle semplici convinzioni (errate) che continuano ad essere ripetute, ma che possono facilmente essere smentite da chiunque abbia una certa esperienza nel settore.

Altre invece, sono delle vecchie e pericolose credenze che se seguite, possono mettere a rischio non solo l’educazione, ma persino la salute del tuo cane.

Purtroppo infatti ancora oggi circolano dei metodi di educazione violenti (risalgono addirittura agli anni ’60), totalmente superati anche dagli studi scientifici moderni, che incredibilmente continuano ad essere utilizzati da “addestratori” non aggiornati.

Tutte le credenze che decenni fa erano alla base di questi sistemi di addestramento, sono oggi state ampiamente superate e classificate come inutili e dannose dalla scienza moderna.

E purtroppo, sono stati documentati anche i danni che questi sistemi possono portare sui poveri cani su cui vengono utilizzati.

Detto questo, ho raccolto i 10 miti sull’educazione e l’addestramento del cane che per la mia esperienza sono più diffusi e pericolosi.

Leggi attentamente e presta attenzione a non cascarci anche tu!

 

Mito #1: Il Mito del capobranco

Il primo e più importante mito da eliminare quando si parla di educazione del cane, è quello relativo alla “Teoria del capobranco”.

Cos’è la teoria del capobranco e perché è ancora diffusa?

Questa teoria ha cominciato a diffondersi negli anni 60, quando non sapendo ancora nulla in materia di addestramento del cane, si è cominciato a fare alcune supposizioni.

E’ stato studiato il comportamento dei lupi in cattività, notando che questi si disponevano in branchi con un leader (il capobranco, detto anche lupo alpha).

Da qui, si è pensato che anche per i cani valesse lo stesso, cioè che siano naturalmente disposti in gruppi in cui deve esserci un padrone (capobranco), e altri individui sottomessi.

Questo modello di pensiero, partito da un’osservazione (che poi si è dimostrato essere errata) e qualche supposizione, per qualche motivo si è radicato nel pensiero comune di allora e ci è rimasto per un bel po’.

Anche perché all’epoca non c’erano alternative.

Tuttavia, questo concetto è sbagliato per più di una ragione.

Posto che non è mai stato dimostrato che questa caratteristica dei lupi debba manifestarsi anche nei cani…

…Non è vera nemmeno per i lupi! Mi spiego brevemente.

Le osservazioni del Dr. David Mech degli anni 60, riguardano lupi nati e cresciuti in cattività.

Ma successivamente, sono stati studiati i lupi allo stato brado, e qui le differenze di organizzazione erano enormi.

Invece di branchi capitanati da un capobranco, i lupi in natura si dispongono in famiglie, in modo simile a come fanno le persone.

Ovvero padre, madre e figli. Nessuna lotta per assumere il ruolo di lupo alpha.

Ecco che la teoria del capobranco, applicata ai cani, è in assoluto una delle più grandi e pericolose sciocchezze!

La cosa folle infatti è che questo sistema di pensiero, che si è diffuso oltre 50 anni fa, è rimasto uguale per molti “esperti” poco aggiornati.

La teoria del capobranco è stata in seguito smentita dallo stesso creatore, nonostante molti continuino a farci riferimento.

E mentre in altri Paesi questi concetti sono ormai largamente superati, in Italia ancora moltissimi educatori ed addestratori pensano che il mito del capobranco sia ancora reale… e basano così le loro tecniche su principi assolutamente infondati, che possono creare problemi che poi il cane si porterà dietro a vita.

 

Mito #2: Bisogna dominare il cane per far sì che ci ascolti

Legata alla teoria del capobranco, c’è l’idea che per insegnare nuove abilità al cane e per tenerlo sotto controllo, sia necessario dominarlo.

Ovvero, come dicevamo prima: diventare il capobranco.

Oltre al fatto che abbiamo già detto di come la teoria del capobranco sia una bufala, l’aspetto davvero difficile da spiegare, è…

Per quale motivo noi, persone, dovremmo comportarci come un cane alpha?

Voglio dire, anche supponendo che questi comportamenti esistano, sono legati al mondo animale.

E noi non siamo in alcun modo visti come il “capobranco”.

Non ha assolutamente senso per una persona comportarsi in quel modo.

Devi essere la guida per il tuo cane? Certo.

Devi sottometterlo per arrivare a ciò? No.

Ecco uno dei modi in cui alcuni “educatori” applicano queste tecniche:

 

Mito #3: Il collare a strozzo come strumento di educazione

Il collare a strozzo è uno strumento molto utilizzato nei sistemi di educazione detti “coercitivi”, ovvero che operano un certo grado di violenza fisica e psicologica sul cane.

Il discorso sull’utilizzo del collare a strozzo meriterebbe un articolo a parte. Ma qui mi limito a chiarire un punto:

i danni più grossi avvengono quando le persone non sanno utilizzare questo tipo di collare.

Il collare a strozzo NON deve essere usato per insegnare a un cane a non tirare al guinzaglio.

Cioè, NON si tratta di uno strumento di educazione da usare quando non si è in grado di gestire il proprio cane!

Anchi chi sa utilizzarlo, magari non porta danni fisici, ma può creare danni psicologici e aumentare il livello di stress dell’animale.

Uno dei tanti motivi scoperti recentemente per cui premiare il tuo cane quando fa qualcosa di giusto invece che punirlo quando sbaglia, è che nel primo caso esiste anche una reazione biologica.

Ovvero, il cane produce naturalmente ossitocina e endorfine quando viene premiato, il che lo aiuta a legare emozioni positive ad una condotta educata.

 

 

Mito #4: Il mio cane fa questa cosa perché è dominante

Arrivato a questo punto dovrebbe essere chiaro, ma ora te lo dico da un altro punto di vista:

Ai cani non interessa dominare il mondo.

Il problema di alcune scuole di pensiero è limitarsi a guardare la superficie: “se un cane mostra un segnale di aggressività, allora è dominante”. Ma non è così.

Spesso l’aggressività è dovuta ad altri motivi, più profondi.

Il tuo cane potrebbe soffrire di problemi comportamentali derivanti dall’insicurezza. Potrebbe sentirsi costantemente sotto pressione. Potrebbe essere stressato, o sentirsi in pericolo.

Comportarti come quello che vuole dominare il cane, non farà altro che amplificare i suoi problemi.

Se un cane è insicuro e reagisce, nel momento in cui cerchi di dominarlo pensi di migliorare o peggiorare il suo problema?

Ho visto questo succedere decine di volte, purtroppo, utilizzando metodi coercitivi con cani particolarmente sensibili o spaventati.

Quindi, prima di insistere cercando di importi su di lui, fai un passo indietro, metti in discussione quanto ti è stato detto finora e prova a capire i reali motivi per cui il tuo cane non ti ascolta.

 

Mito #5: Se usi i premi, poi dopo il cane non ti ascolta più senza di essi

premi per il cane

Normalmente questa frase viene ripetuta fino alla nausea dagli educatori che utilizzano metodi coercitivi, affermando che l’unica ragione per cui i cani ci ascoltano e sono obbedienti… è il premio che gli viene dato dopo.

Chiaramente, il premio ha una grande utilità (specialmente all’inizio) per portare i cani a fare quello che diciamo loro.

Tuttavia, non c’è nulla di male in questo. Voglio dire, è un po’ come un lavoratore che riceve un bonus dal proprio capo, anche i cani meritano di essere premiati per i loro sforzi.

Ma i premi devono saper essere usati correttamente.

I cani non sono tutti uguali. E non tutti i cani privilegiano il cibo come premio.

Alcuni ad esempio potrebbero trovare più interessante giocare, altri essere coccolati.

Impara a conoscere il tuo cane per utilizzare i premi migliori in ogni situazione!

 

Mito #6: “Quando cresce, perderà da solo questo brutto vizio”

Spesso si nota un cattivo comportamento del cane e si chiude un occhio pensando che “prima o poi impara da solo”.

Magari siamo noi che per pigrizia tendiamo a rimandare.

Magari perché non sappiamo come comportarci.

O magari, perché erroneamente pensiamo che i problemi comportamentali spariscano con il tempo.

Ecco… questo non accade mai.

C’è un concetto che devi imparare: ad ogni interazione, tu di fatto stai educando il tuo cane. Bene o male, a seconda di quello che fai.

Quindi se il tuo cane ha un problema comportamentale, e tu continui a gestirlo nello stesso modo… puoi star certo che il problema non se ne andrà via da solo, ma anzi peggiorerà sempre più.

Se un cane ha un cattivo comportamento e non viene rediretto verso abitudini più corrette, continuerà per sempre con il suo modo di fare. Garantito!

Quindi, ascolta il mio consiglio e pensa alla cosa migliore per te e per il tuo cane. Smettila di rimandare e prendi la decisione di educare il tuo cane (nel modo giusto) il prima possibile!

 

Mito #7: “Il mio cane è svampito e non può imparare”

Molte persone credono che il loro cane sia troppo testardo per imparare.

In realtà, proprio come i bambini, ogni cane ha il suo ritmo di apprendimento e devi imparare a conoscerlo per non stressarlo eccessivamente.

A volte il motivo per cui un cane blocca il suo apprendimento è che chi lo segue non lo conosce abbastanza, e finisce con il comunicare un comportamento o atteggiamento sbagliato al proprio amico.

Che fare?

Come spiego all’interno di Fantasticane, il “passo zero” è creare il Rapporto con il tuo cane.

Senza di quello, tutto sarà più difficile!

 

Mito #8: Il cane troppo vecchio (o troppo giovane) non può essere educato

Hai mai sentito dire che un cane anziano non possa essere educato o che non gli si possano insegnare nuove abilità?

L’errore di molti, in questi casi, è aspettarsi risultati velocissimi. Ma è normale che un cane anziano impieghi di più rispetto a un cucciolo.

Questo è dovuto al fatto che un cane anziano ha probabilmente passato molti anni seguendo abitudini errate, e quindi ovviamente ci vorrà più tempo per eliminarle e rimpiazzarle con quelle giuste.

La conseguenza è che, se il tuo cane non è ancora anziano e ti impegni ad educarlo nel modo giusto, anche quando avrà qualche anno in più sarà ancora perfettamente in grado di imparare nuovi giochi!

Allo stesso modo, è sbagliatissimo pensare che cane debba avere almeno 6 mesi per essere addestrato.

Anzi, il mio consiglio è iniziare da subito a insegnare al tuo cucciolo le basi dell’educazione.

 

Mito #9: Quando è cucciolo non deve mordere altrimenti diventa aggressivo

Gioco per cani

A volte si sente dire che alcuni giochi in cui il cane deve mordere e tirare facciano diventare il tuo cane aggressivo.

Puoi smettere di preoccuparti, perché nessuno di questi giochi, se fatto bene, renderà il tuo cane un mostro assetato di sangue.

Ad esempio potreste trovarvi a giocare con una corda, ognuno a tirare il proprio capo.

Cerca di rendere il gioco irresistibile per il tuo cucciolo (mettici un po’ di enfasi!). E assicurati che il cane impari da subito a smettere di tirare una volta che dici “Lascia!”.

 

Mito #10: I cani imparano come una persona

Infine, e più che un mito è un grosso FRAINTENDIMENTO che vedo fare di continuo da proprietari disperati che vengono da me lamentandosi che il proprio cane non li voglia ascoltare…

I cani hanno un modo di imparare totalmente diverso da quello di una persona. E anche un diverso modo di esprimersi.

E sai qual è un errore comune che deriva da questo fraintendimento?

Che le persone confondono un cattivo comportamento di un cane, con odio, risentimento o altri sentimenti.

Ora, lo so che a te viene spontaneo trattarlo come se fosse un’altra persona. E’ normale, è comunissimo, ma è anche un grosso errore.

Se vuoi comunicare efficacemente con il tuo cane, devi imparare a “educarti ad educare il cane”.

Cosa significa?

Che devi essere tu ad educare te stesso per essere un buon proprietario. Ovvero, devi – non letteralmente! – imparare a parlare la sua lingua.

 

Inizia da qui! Se non l’hai ancora fatto, scarica adesso i miei 3 video gratuiti:

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Un caro saluto

Cinzia Signoretti

Educatrice Cinofila Certificata

Creatrice di Fantasticane

Filed Under: Educazione del cane

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